Riabilitazione per atrofia vulvo vaginale, incontinenza urinaria, riabilitazione del pavimento pelvico e malformazione dei genitali
Le strategie terapeutiche messe in atto per affrontare l’atrofia vulvo vaginale, l’incontinenza urinaria e la riabilitazione del pavimento pelvico spaziano dai trattamenti con laser ginecologico alla biostimolazione vulvare, dai fillers vaginali alla radiofrequenza fino alla ginnastica rieducativa del pavimento pelvico (GRPP) e alla chirurgia.
Ogni trattamento viene discusso e concordato con l’operatore di riferimento (ginecologo, chinesiologo o fisioterapista) dopo un’attenta anamnesi e valutazione.
Trattamenti con laser ginecologico per l’atrofia vulvo vaginale e per l’incontinenza urinaria
Cos'è il laser ginecologico?
Il laser è composto da un corpo centrale con un braccio articolato che entrerà all’interno della vagina attraverso diversi manipoli a seconda della problematica da trattare. La laser terapia vulvo-vaginale si svolge in regime ambulatoriale.
Quali trattamenti possono essere eseguiti?
Trattamento dell’atrofia vulvo vaginale
In questo caso il manipolo viene introdotto all’interno della vagina e il laser viene canalizzato a 360 gradi, erogando il fascio luminoso e ogni spot viene poi irradiato per tutta la lunghezza del canale vaginale.
Trattamento dell’incontinenza urinaria
Per quello che riguarda invece il trattamento dell’incontinenza urinaria viene utilizzato un manipolo laser che canalizza il fascio luminoso a 90 gradi, perché naturalmente va a irradiare soltanto la parete anteriore della vagina per sostenere l’uretra e le altre strutture di sostegno.
Il manipolo vaginale viene introdotto all’interno del canale, le tacche consentono all’operatore di individuare tutta la lunghezza del canale e fare dei piccoli step per irradiare tutta la porzione della parete anteriore della vagina.
Trattamento vulvare con la laser terapia
L’ultimo step del trattamento consiste nel trattamento vulvare.
Con un manipolo esterno, attraverso un laser frazionato, si colpiscono i punti della forchetta, quindi dell’introito vaginale, che sono più i soggetti alla perdita dell’elasticità e che danno più dolore durante i rapporti, e a dare una maggiore idratazione alle piccole labbra.
La donna non sente disagio per tutto il trattamento, ma solo un leggero riscaldamento che inizia dopo l’introduzione del manipolo e potrà esserci un unico punto in cui la paziente può riferire di percepire più fastidio, ma a quel punto il trattamento in realtà sarà finito: si tratta proprio della porzione in uscita del canale vaginale.
Biostimolazione vulvare
La biostimolazione è un trattamento che proviene dalla moderna medicina estetica. È una procedura che permette di iniettare nel derma dei principi attivi utili per riattivare i naturali processi biologici di riparazione cellulare.
Ha lo scopo di aiutare a recuperare e a mantenere la giovinezza e l’elasticità dei tessuti.
Gli iniettabili per uso intradermico possono essere gel a base di acido ialuronico, polinucleotidi, vitamine o un mix di questi componenti il cui scopo è favorire il trofismo e l’elasticità dei tessuti. Contengono principi attivi naturali e biocompatibili.
Questi principi attivi sono in grado di stimolare il derma, riattivando i processi molecolari naturali per la rigenerazione del tessuto. Migliorano l’idratazione, il turgore delle mucose ed aumentano la tonicità e l’elasticità dei tessuti grazie all’effetto sulla stimolazione della crescita dei fibroblasti, sulla produzione di collagene e sull’aumento di acido ialuronico endogeno.
Cosa sono i Polinucleotidi e l’Acido Ialuronico?
- I Polinucleotidi sono sostanze di origine naturale, materie prime per i processi di riparazione cellulare dei tessuti danneggiati
- L’ Acido Ialuronico attrae l’acqua all’interno del tessuto e permette di attirare i fibroblasti per poter agire in quella sede.
La via iniettiva
La penetrazione dei comuni farmaci per via cutanea e/o in vagina non permette di far raggiungere ai principi attivi la profondità del tessuto e la sede dei processi riparativi.
La terapia iniettiva veicola i principi attivi direttamente nello spazio del derma, rendendoli disponibili ai processi riparativi proprio dove sono danneggiati e dove avviene l’invecchiamento tissutale.
Le principali indicazioni sono:
- Dolore alla penetrazione (dispareunia)
- Secchezza vaginale
- Rilassamento e perdita di tonicità dei tessuti in menopausa (fisiologica, chirurgica, farmacologica) o dopo terapie oncologiche
- Ipotonia dei tessuti
- Esiti cicatriziali post-partum o post-chirurgici
Come funziona il trattamento?
Si tratta di una procedura ambulatoriale, non invasiva, della durata di 5-10 minuti.
Il gel viene somministrato mediante un ago sottile iniettando la soluzione nel derma. Per eliminare al massimo la sensazione di puntura viene applicato un anestetico locale in crema sulla zona da trattare pochi minuti prima della procedura. L’utilizzo di aghi molto sottili riduce al minimo la sensazione di puntura che spesso non viene neanche percepita dalla donna.
I risultati possono essere percepiti già dalla prima applicazione, si ottiene il massimo beneficio dopo il primo ciclo di trattamento che generalmente è di 4-5 sedute distanziate di 15 giorni l’una dall’altra. La sensazione di turgore dei tessuti è uno dei primi effetti che la paziente percepisce, poi si acquisirà una maggiore elasticità dei tessuti con minore fragilità, riduzione delle fissazioni e del dolore durante e dopo i rapporti.
Non ci sono effetti collaterali farmacologici in quanto non si tratta di iniezione di farmaci, ma unicamente di sostanze naturali biocompatibili. I lievi effetti indesiderati che possono comparire sono di lieve entità e breve durata e sono dovuti all’iniezione sottocutanea. Quindi un lieve arrossamento o una lieve sensazione di gonfiore o bruciore dovute alle microinfiltrazioni, sensazioni che scompaiono velocemente nelle prime ore dopo la seduta. In pochi casi possono comparire piccole ecchimosi che scompaiono nelle prime 24-48 ore dopo il trattamento.
La fase di mantenimento del trattamento prevede una seduta ogni 45-60 giorni o seconda necessità della condizione clinica specifica.
Il trattamento non può essere effettuato su aree in cui sono presenti processi infiammatori o infettivi acuti, è controindicato in corso di gravidanza e allattamento. Vanno valutate con il ginecologo le singole situazioni di patologie croniche e di pazienti in corso di terapie antiaggreganti.
Non ci sono né controindicazioni né effetti collaterali nell’utilizzo della biostimolazione durante l’utilizzo di altre terapie per l’atrofia vulvo-vaginale (laser, ormoni, terapie locali e/o orali). In molti casi il trattamento di associazione di più tecniche è quello che porta a migliori risultati. Le terapie con il laser vaginale posso essere eseguite in concomitanza o in successione alla terapia biostimolante; ogni trattamento va personalizzato con il ginecologo sulla singola situazione.
Fillers parti intime
Per quanto modificare l’aspetto della parte esterna dei propri genitali possa sembrare a primo impatto una follia, bisogna ribadire che anch’essi, come il resto del nostro corpo, modificano il loro aspetto con l’andare avanti degli anni, e che questo potrebbe comportare per alcune donne dei disagi.
La vulva infatti, ossia l’insieme degli organi genitali esterni femminili, soprattutto tra i 40 e i 50 anni subisce diversi cambiamenti estetici, a causa soprattutto della graduale e progressiva riduzione degli estrogeni.
Questi ultimi sono i principali ormoni sessuali delle donne che, in concomitanza con l’arrivo della menopausa (ossia la scomparsa definitiva del ciclo mestruale dettata dall’esaurimento dell’attività ovarica), diminuiscono sempre di più, comportando conseguenze che si ripercuotono anche sull’apparenza dei genitali.
La vulva quindi può apparire meno elastica, e le mucose vaginali possono inoltre assottigliarsi e diventare più fragili. Ciò comporta in alcune situazioni anche dei disturbi a livello sessuale, come prurito alle parti intime, fastidio o addirittura dolore durante i rapporti!
Per queste ragioni, e per andare incontro all’esigenza di alcune donne di sentirsi più sicure e attraenti nella vita intima, è nato il filler vulvare, comunemente noto anche come filler vaginale (sebbene, come abbiamo più volte specificato, la parola vagina si riferisca alla parte interna degli organi sessuali femminili, e non a quella esterna).
Questo trattamento, alla stregua dei suoi corrispettivi mirati, ad esempio, al viso, ha come obiettivo un miglioramento dell’aspetto della vulva, ridando pienezza e turgore alle piccole e alle grandi labbra. Inoltre, a volte è anche fatto per correggere eventuali cicatrici presenti sui genitali dopo il parto, come quelle dovute all’episiotomia, l’incisione vulvo-vaginale che non di rado si fa per agevolarlo.
Il filler vulvare è un gel base di acido ialuronico, ed è studiato appositamente per avere una densità adatta ai genitali. Ce ne sono però tendenzialmente di due tipi, in base alla funzionalità necessitata dal filler, che vanno incontro sia alle esigenze correttive che a quelle estetiche.
A differenza di certi tipi di filler che si fanno in altre parti del corpo, quello che si fa sui genitali è solo ed esclusivamente riassorbibile. Ciò vuol dire che non è possibile fare un intervento estetico di questo tipo dai risultati permanenti.
Attualmente, non esistono filler permanenti che non presentano rischi o complicazioni se iniettati nell’area vulvare!
Come funziona il trattamento?
Il filler vulvare ha un’esecuzione relativamente semplice che richiede, in base ai casi, tempistiche contenute che vanno dai 10 ai 30 minuti. Spesso non c’è bisogno di alcun tipo di anestesia ma, in caso di elevata sensibilità al dolore, quella che viene fatta è esclusivamente locale.
La procedura prevede l’infiltrazione del filler sulla zona vulvare per ridarle tono, turgore ed elasticità. Normalmente le sedute richieste per avere risultati visibili e soddisfacenti sono tre, che vengono dilazionate in un arco di due mesi.
Dopo aver fatto un filler vaginale, ci sono alcune precauzioni e accortezze da seguire, come evitare di avere rapporti sessuali per circa una decina di giorni, e non fare attività che possono comportare una pressione sulla zona vulvare (come, ad esempio, il ciclismo). Inoltre, molti medici consigliano di indossare biancheria intima comoda, non colorata e fatta in fibre naturali, e di non stressare la zona depilandola.
Il trattamento, in generale, dura per un periodo che va dai sei mesi fino ad un anno, a seconda del tipo di gel utilizzato per fare il filler, alle sue caratteristiche chimiche e al tipo di pelle e allo stile e alle abitudini di vita di chi vi si sottopone.
Tuttavia, come ogni tipo di procedura medica, anche il filler vaginale può comportare dei rischi e delle complicazioni, la cui entità è variabile. Da una parte si possono verificare delle ecchimosi, ovvero dei lividi generati dalla rottura di qualche vena mentre, dall’altra, è quasi sempre presente subito dopo il trattamento un po’ di gonfiore, che scompare di norma in poche ore.
Nei casi peggiori però, soprattutto quando il filler vaginale viene fatto senza tenere conto di condizioni di partenza sfavorevoli della paziente, o nel caso in cui venga realizzato da chi non è competente, i rischi possono essere ben più gravi.
Per questo è fondamentale rivolgersi sempre e comunque a professionisti specializzati, e non accanirsi ad effettuare trattamenti di filler qualora venisse sconsigliato.
Radiofrequenze
La perimenopausa e la carenza fisiologica di estrogeni riducono progressivamente la vascolarizzazione vaginale, diminuiscono il collagene e le fibre elastiche con assottigliamento della mucosa. Ciò causa progressiva perdita di elasticità e atrofia vaginale con comparsa di sintomi che alterano la relazione di coppia e la qualità della vita della donna.
Svariati disturbi genitali femminili si possono curare per mezzo di trattamenti con radiofrequenza ed elettroporazione, utilizzando strumenti terapeutici e fisici che generano calore endogeno in uno spazio predeterminato del corpo, nel nostro caso la vagina. L’energia termica applicata aumenta la temperatura profonda del tessuto per auto-induzione cellulare e conseguente aumento della vascolarità capillare.
l programma prevede da 4 a 6 sedute settimanali di 30 minuti a seconda della problematica e della risposta individuale per le seguenti indicazioni terapeutiche:
- Prolasso uro-genitale di grado lieve
- Incontinenza urinaria da sforzo
- Profilassi post partum
- Vestibolite
- Difficoltà nei rapporti sessuali
- Vaginismo da ipertono del pavimento pelvico
- Sindrome uro-genitale atrofica
- Lichen vulvare
- Cicatrici dolorose post partum
- Deficit della libido
- Pazienti sottoposte a chemioterapia
PRP endometriale
Lipofilling vulvare
Ginnastica Rieducativa del Pavimento Pelvico (GRPP)
La riabilitazione del pavimento pelvico è dedicata a tutte le donne che soffrono di incontinenza urinaria da sforzo (perdita di urina sotto sforzo fisico, esercizio fisico, tosse o starnuto) o mista (da urgenza e sotto sforzo), perdita di urina durante la notte, incontinenza continua, incontinenza funzionale, prolasso degli organi pelvici, disfunzioni sessuali (vaginismo, dispareunia), dolori pelvici, incontinenza fecale, nel post-partum e pre-post chirurgia ginecologica.
Le cause sono multifattoriali:
- ipotonia o ipertonia
- posture scorrette
- gravidanze/parti
- squilibri ormonali (menopausa)
- invecchiamento
- infezioni ricorrenti
- interventi chirurgici della zona urogenitale
I sintomi influenzano negativamente la qualità della vita e necessitano interventi con particolari attenzioni:
- La prevenzione deve iniziare dall’adolescenza
- Non nascondere il problema
- Affrontarlo correttamente
Dopo un’attenta anamnesi generale e ginecologica, si esegue un esame obiettivo in cui si valuta la zona genitale ed il perineo.
Una corretta diagnosi è alla base di una buona rieducazione, in quanto la fisiologia del perineo ha diverse funzioni:
- Minzione
- Defecazione
- Sessuale
Per una buona Rieducazione del Pavimento Pelvico sono necessari:
- presa di coscienza
- esercizi adeguati
- esecuzione corretta
- costanza
- allenamento
Capire il problema, affrontarlo con realismo, iniziare precocemente gli esercizi, svolgerli correttamente e affidarsi a personale specializzato, sono le armi vincenti per tenere sotto controllo i sintomi e permettere la regressione della sintomatologia.
Gli specialisti che intervengono per la Rieducazione del Pavimento Pelvico sono:
- Medico ginecologo
- Fisioterapista
- Ostetrica
- Istruttore ginnastica educativa e rieducativa (ginnastica ipopressiva)